Come scegliere una chiave dinamometrica

La chiave dinamometrica è lo strumento per eseguire serraggi a regola d’arte. Una scelta oculata è quindi la migliore premessa per poterla utilizzare al meglio. Le ragioni saranno subito chiare, perché andiamo a esporre tutte le considerazioni necessarie a individuare la chiave perfetta per le proprie necessità.

Scopriamo la regina dell’officina

Impossibile sopravvalutare l’importanza della chiave dinamometrica in una qualunque officina. I professionisti sanno che la componentistica di cui ci si occupa per conto dei propri clienti è dotata di viti, dadi, bulloni, perni o boccole, tutti filettati a un preciso valore di coppia di serraggio; utilizzare una chiave diversa ne comprometterebbe la funzionalità col rischio di causare un danno nell’immediato o nel breve periodo.

La chiave dinamometrica è una particolare chiave che permette di applicare, in fase di serraggio, un valore di coppia preimpostato dall’operatore. Di per sé è uno strumento semplice quanto insostituibile, disponibile in diverse misure e per molti range di coppia. Questo perché tanto la dimensione del dado, per esempio, quanto il valore della coppia da applicare può spaziare moltissimo.

Tuttavia, il primo fattore da valutare, quando si sta per acquistare una nuova chiave dinamometrica, è il suo grado di affidabilità. In fondo avere una chiave che applica una coppia di serraggio che non corrisponde al valore prescritto per quel serraggio può essere alquanto deleterio.

Quando è indispensabile la chiave dinamometrica?

A prescindere dall’ovvia considerazione che una coppia eccessiva danneggia la filettatura e una coppia insufficiente rende inaffidabile il serraggio, vi sono casi in cui applicare una coppia di serraggio errata o non costante è causa di danno certo.

I bulloni delle ruote degli autoveicoli, per esempio. Vanno serrati al valore di coppia indicato dal produttore e persino nella giusta successione. Non solo per preservare la filettatura, ed evitare il solito problema del dado bloccato, ma anche per distribuire equamente le continue sollecitazione di marcia.

Stesso ragionamento per ogni altro dispositivo sottoposto a continue sollecitazione. Come la testata di un motore a combustione interna. I valori di coppia vanno rigorosamente rispettati. Viceversa, in breve tempo si avrà il logoramento di tutti i componenti interessati, a partire da guarnizioni, filettature e testata. Con danni prevedibilmente ingenti.

L’affidabilità di una chiave dinamometrica: la taratura

Per consentire una valutazione oggettiva dell’affidabilità di una chiave dinamometrica arriva in soccorso la normativa recepita in Italia dal 2017, la UNI EN ISO 6789, che da noi è appunto nota come UNI EN ISO 6789:2017, entrata in vigore a partire dal mese di ottobre 2018.

A partire da quella data, la normativa impone ai produttori di utensili controlli di qualità e procedure di taratura che consentono di mettere in commercio solo strumenti accompagnati dai relativi attestati di conformità allo standard. Da quel momento per ogni chiave dinamometrica il produttore dichiara non solo il range di coppia in cui può lavorare, ma anche l’errore che potenzialmente può introdurre rispetto al valore preimpostato.

A titolo d’esempio, acquistando una chiave dinamometrica che opera nel range 40 ÷100 Nm, ±4% il produttore mi informa che la coppia preimpostata su questa chiave sarà applicata a meno di un errore massimo del ±4%. Supponendo che si imposti una coppia di 80Nm, la coppia applicata sarà comunque compresa nel range 76,8 ÷ 83,2 Nm. Per inciso, una tale "tolleranza" è quasi sempre più che accettabile, ma vi sono casi in cui se ne richiede espressamente una ancora più bassa, che corrisponderà a una precisione più elevata. Il mercato offre chiavi anche con tolleranze del ±1%, ±2% e ±3%.

Acquistando una chiave dinamometrica, soprattutto se venduta all’estero, ci si deve quindi sincerare che sia stata prodotta rispettando questa importante normativa, risultando quindi certificata.

Quale range di coppia scegliere?

La prima decisione da prendere, quando si acquista una chiave dinamometrica, riguarda il range di coppia in cui la si andrà ad utilizzare. È molto importante, a proposito di attendibilità, che il range sia un po’ più ampio di quello effettivamente necessario. Anche a costo di acquistare due chiavi distinte, se il range è troppo ampio per una singola chiave.

Non è infatti consigliabile utilizzare una chiave per serraggi con coppie troppo prossime al suo valore minimo o massimo. Questo perché una chiave da 20 ÷ 80 Nm, sarà molto più precisa nell’applicare coppie comprese tra 35 Nm e 65 Nm. Utilizzandola a uno dei suoi valori limite, 20Nm o 80Nm, è garantito che l’errore sarà quello massimo indicato dal produttore e il rischio di sovraserraggio o sottoserraggio cresce. Oltre a ciò, si sottopone la chiave a uno stress che sul medio – lungo periodo potrebbe comprometterne la taratura.

È quindi buona regola scegliere una chiave tenendo conto di questa considerazione. Per serrare 60Nm si sceglie una chiave 40 ÷ 100 Nm non una da 60 ÷ 120 Nm, né una da 10 ÷ 60 Nm.

Selezione di valori di coppia e tolleranza delle chiavi dinamometriche

  • 6 ÷ 80 Nm ±4% destrorso e sinistrorso
  • 20 ÷ 215 Nm ±4% destrorso e sinistrorso
  • 200 ÷ 2000 Nm ±2% destrorso, ±3% sinistrorso

Elettronica o a scatto?

Da tempo sono disponibili chiavi dinamometriche digitali che permettono di leggere la coppia su un display. A differenza di quelle a scatto, in cui il raggiungimento della coppia applicata, durante il serraggio, è indicato da un percepibile suono di scatto, su questi modelli si visualizza il valore, spesso accompagnato da un suono e dal lampeggiamento di un led.

Recentemente poi alcune chiavi digitali, oltre a consentire una immediata visualizzazione della coppia applicata, consentono di conservare questi valori ed eventualmente comunicarli a un computer. Considerato che una chiave dinamometrica rappresenta un investimento significativo è consigliabile valutare non solo l’uso che se ne farà nell’immediato, ma anche quello che si prevede di farne in futuro.